Bellomunno alla Pietrasanta, così era chiamata la prima agenzia di onoranze funebri napoletana che prendeva il nome del luogo dove tutt’oggi è situato l’ufficio.
Furono Salvatore e Rosa di Donato, rispettivamente ispettore addetto al cambio alla porta Alba ed infermiera, ad “inventare” il lavoro nel regno delle Due Sicilie sotto la corte dei Borbone nel lontano 1820.
Inventare, parola giusta da usare in queste circostanze, perché all’epoca il servizio funebre era roba da ricchi, da nobili, da blasonati.
Ma fu con l’editto di Saint Claude del 1804 e con l’apertura del cimitero delle 366 fosse e del cimitero dei colerosi che da esigenza i trasporti funebri divennero necessità.
Molti ricchi commercianti cominciarono così a voler onorare in pompa magna i propri cari e ad imitare funerali prestigiosi.
L’agenzia all’epoca gestiva l’intero regno ed aveva un mandato speciale dal Re.
Chi portò l’azienda a più alti livelli fu però Gaetano Bellomunno, il quale documentò scrupolosamente il suo operato lasciando numerose testimonianze una cui parte è oggi conservata presso la sede dell’agenzia nel cuore di Napoli, ed un’altra presso l’archivio storico del comune di Napoli in cui vennero custoditi molti documenti e progetti di nuove carrozze e permessi per l’apertura di sedi e scuderie.
Punto di riferimento di ambasciate e consolati, l’agenzia funebre Bellomunno, da sempre si occupa del rimpatrio di salme all’estero, quando ancora l’estero era tutto quello che si trovava al di fuori del Regno delle due Sicilie.
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