Arte, eleganza, raffinatezza, fascino dell’antico e buon gusto, si incontrano in un luogo d’altri tempi, tra confortevoli divani, consolle d’epoca, argenti e collezioni. L’essenza della Maison Cilento è tutta racchiusa negli ambienti di Palazzo d’Aquino di Caramanico, progettato dall’architetto Ferdinando Fuga, che ospitano da otto generazioni la M. Cilento & F.llo, oggi simbolo di un Made in Italy tutto partenopeo. Dalla numerosa documentazione storica, intatta e gelosamente conservata negli archivi della famiglia, la nascita della Maison Cilento risale al 1780 per opera del suo fondatore Martino Cilento, spirito imprenditoriale poliedrico e visionario. Ma prima di questa data, durante le Repubbliche Marinare, la famiglia Cilento è già presente nel panorama imprenditoriale partenopeo per la sua esperienza armatoriale e per la sua contemporanea presenza nell’industria tessile dell’epoca. Agli inizi del Settecento la famiglia apre due filande nel salernitano, vicino ai fiumi Irno e Sarno, concretizzando in una lungimirante joint venture il rapporto di conoscenza con due industriali tessili svizzeri, Davide Vonwiller e Federico Zublin. L’introduzione di processi produttivi innovativi legati alla filatura e alla tessitura delle fibre naturali offre un contributo significativo allo sviluppo economico del Regno delle due Sicilie.
“Naturale il passaggio all’attività commerciale, nello storico Palazzo D’Aquino”, come sostiene Ugo, esponente carismatico dell’ultima generazione. Da quel momento la svolta per la famiglia Cilento grazie ad una personalizzazione quasi esasperata del capo di abbigliamento maschile. La cultura del “su misura”, il confezionamento sartoriale di abiti, cravatte e camicie, la realizzazione di un prodotto unico e di classe realizzato rigorosamente con tessuti pregiati ed eleganti rappresentano ancora oggi il manifesto di un’impresa ma soprattutto di una famiglia che fonde passione per i suoi valori, difesa di una longevità difficilmente ineguagliabile e forte radicamento nel suo territorio. E oggi, come ieri, si rimane inebriati, appena si varca la soglia del negozio, nel respirare un’eccellenza che affonda le sue profonde radici in una tradizione imprenditoriale tangibile e stratificata.
Sono i clienti famosi, come quelli della nobiltà del Regno delle due Sicilie, che per la cultura del bello, della qualità e dell’unicità, acquistano le eccellenze realizzate dalla Maison Cilento, ed ancora oggi sono molti i clienti che fanno sosta nello show room. Arrivano da vicino, ma anche da molto lontano, per acquistare e indossare l’eleganza, la tradizione sartoriale, la passione per una moda maschile senza tempo, per godere di una competenza puntuale nella scelta di tessuti preziosi e nell’esecuzione dei capi Cilento oggi guidata da Ugo Cilento, che è riuscito con passione, creatività e grande serietà, a rafforzare l’immagine di eccellenza dell’impresa, restando punto di riferimento indiscusso dello stile napoletano nel mondo.
Dalla prima generazione la famiglia Cilento tramanda, oltre il tempo, la determinazione alla continuità dell’impresa al di sopra di ogni interesse personale, la passione per il lavoro, l’esperienza, la tradizione, l’innovazione e la progettualità. Più di ogni altra cosa, così come sostiene Ugo Cilento, “la nostra è una missione di eccellenza e stile, di estrema cura della qualità, tutto ciò che è prodotto su misura porta con sé anche un servizio superiore fatto di coccole al cliente, questo è il nostro mondo”. L’eccellenza, inoltre, è mostrata anche nella professionalità, nell’onestà e nella curiosità, nella carica che ti porta a voler sempre imparare, come l’incessante attività nel cercare tessuti rarissimi in giro per il mondo per regalare l’emozione di indossare un prodotto eccellente che rappresenta la tradizione sartoriale partenopea.
“L’alta sartoria napoletana non insegue mode e tendenze passeggere” – continua l’imprenditore – “ma ha la sua forza in tagli e modelli intramontabili, con possibilità di combinazioni e variazioni infinite”. Ma il perseguimento della tradizione è bilanciato con la costante ricerca del nuovo attraverso l’adeguamento a quelli che sono i cambiamenti epocali, la rinascita di prodotti messi da parte e in apparente declino, cosi da soddisfare ed emozionare continuamente clienti sempre più esigenti.
Non solo i valori familiari tramandati per generazioni hanno consentito alla famiglia Cilento di diventare un’azienda centenaria conosciuta nel mondo, ma anche il forte attaccamento al territorio, alla sua cultura e alla sua tradizione sartoriale di cui è icona la cravatta Settepieghe di seta che la Maison Cilento realizza artigianalmente da generazioni. A potenziare il legame con il territorio è una formula imprenditoriale arricchita di una cultura d’impresa in grado di valorizzare altre eccellenze produttive, così come le tante opere dell’ingegno partenopeo e non solo. A dimostrazione di ciò le diverse attività che Ugo Cilento ha avviato negli anni, come la realizzazione di un vero e proprio museo d’impresa con abiti ed accessori antichi realizzati e indossati dai signori del passato. L’Associazione Culturale Salotto Cilento, uno spazio polifunzionale che accoglie periodicamente artisti, amici, giornalisti e familiari per celebrare un vino, un libro o semplicemente per incontrarsi.
Una mostra di pezzi d’epoca, inseriti in modo sapiente tra gli articoli in vendita, per esaltare la loro tradizione e tipicità e riassumere la storia della Maison Cilento e dell’abbigliamento maschile partenopeo. Le speciali collezioni di cravatte realizzate per eventi di calibro internazionale quali l’America’s Cup e il Napoli Teatro Festival, sono un omaggio alla città di Napoli e alla sua tradizione, come ancora la realizzazione di un vino il cui nome è Settepieghe, nome della cravatta artigianale per eccellenza. “Un vino che” – spiega Ugo – “nasce dall’incontro con le Cantine A Casa e racchiude in sé la passione per il territorio e la sua tradizione, la mia passione per le cose belle e buone. L’etichetta è un omaggio a mio padre Martino e alla mia famiglia. Il veliero rappresentato, di cui conserviamo ancora gelosamente la stampa originale della fine del Settecento, apparteneva ad un mio avo, importante armatore del Mediterraneo”.
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